Quagliarella: “Non è stato facile riaprire quella voragine, emozionante rivivere certi momenti”

La verità non raccontata. È stato presentato alla Sala Grecale del Porto Antico la première del docu-film “Quagliarella – The Untold Truth” (la verità non raccontata), realizzato da Mola TV, incentrato sulla vita dell’attuale capitano blucerchiato. Il documentario ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita  fino ai giorni nostri, focalizzandosi sugli anni al Napoli dove fu vittima di stalking.

Presente la Sampdoria al completo. Accanto a Fabio, la sua compagna, nonché prima tifosa, Debora Salvalaggio. Il gol più bello del capitano blucerchiato. Presente la Sampdoria al completo, dalla squadra, allo staff, con le relative fidanzate/mogli. Prima della messa in onda, sono arrivati i video-saluti dei suoi ex allenatori e compagni: Conte, Ranieri, Lippi, Giampaolo, Pirlo, Buffon, Soriano, De Silvasti e Viviano.

Il lungo abbraccio con Bonucci. Presente in sala anche Leonardo Bonucci, suo compagno di squadra nella Juventus, con cui si è stretto in un forte abbraccio sul red carpet”.

La particolarità. “Ero molto scettico all’idea di un documentario su di me, perché non ho avuto una carriera alla Totti o alla Del Piero. Però avevo questa particolarità della mia vita, e col passare del tempo mi sono fidato dell’autore e della sua troupe. Facevo fatica a parlare di quella storia e riaprire quella voragine, ma piano piano io e la mia famiglia ci siamo aperti”.

La commozione al termine del docu-film. “Tante volte, rivedendo le immagini, mi vengono in mente i compagni di squadra. Spesso sono stato introverso. Ho provato a far vedere la mia parte gioiosa, però era difficile: vivevo un incubo, sorridevo ma non riuscivo a essere davvero partecipe, dentro di me ero morto. Ho cercato di far vedere la parte felice, del Fabio ragazzo normale. Per me è stato molto emozionante rivivere certi momenti” – le parole di Quagliarella, dopo un attimo di commozione, a margine della presentazione”.

Bonucci su Quagliarella. “Fabio è un esempio dentro e fuori dal campo, nei suoi silenzi trasmetteva valori importanti. Era il primo a ridere e scherzare, a sdrammatizzare le situazioni, per me è stato un compagno di vita e di calcio importante. Sono migliorato grazie a lui e quando lo affronto è sempre difficile giocare perché ho davanti un amico, non un avversario. Cerco di mettere tutto da parte, ma questo vecchietto è davvero molto forte. Con il senno di poi ho capito tanto di quei silenzi”.

I ringraziamenti. “Ringrazio sempre la mia famiglia, che si era compattata attorno a me e mi era stata vicino. E quella era stata la mia fortuna. Certo in quel periodo era difficile mantenere la concentrazione, il fisico si allenava, ma la testa no. Una volta che questa brutta vicenda è finita, per me è stato come liberarsi di un enorme peso”.