In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, il Presidente Marco Lanna ha affrontato molti argomenti del mondo blucerchiato. In particolare, ha parlato della Samp D’Oro, protagonista in Italia ed in Europa.
Boskov. «Per me è stato un secondo padre. Mi ha dato grande fiducia quando ero ragazzino, prendendosi una responsabilità enorme che ho provato a ripagare sul campo. Venivo dalla Primavera, davanti avevo dei totem come Luca Pellegrini, Mannini e Vierchowod, cioè una difesa fra le più forti d’Italia. Si parlava di un mio trasferimento al Foggia, ma lui si oppose. Fu decisivo in quel gruppo creato da Paolo Mantovani. Grazie a loro tanti di noi hanno avuto successo nel calcio e nella vita».
Gruppo unito. «Io ed i i miei ex compagni della Sampdoria siamo solo un po’ più vecchi, purtroppo. Abbiamo ripreso a vederci quando le nostre carriere si sono concluse. La verità? Quando ci siamo rivisti, c’era la stessa voglia di un tempo di ridere e stare insieme. Non siamo amici, ma fratelli».
Paolo Mantovani. «Il calcio è cambiato, i giocatori cambiano di continuo. Forse, con le persone giuste, si potrebbe riproporre una struttura societaria simile alla nostra. Paolo Mantovani fu bravissimo a portare qui giocatori importanti, ma a far comprendere loro che qui c’era un progetto. Poteva sembrare folle, ma non lo era».
Appartenenza. «Ai tempi di Mantovani, Boskov e Borea qui era una grande famiglia. Finché non sono rientrato in società, percepivo un certo distacco, come se la Samp fosse qualcosa da vivere solo la domenica. I giocatori devono capire che stare in mezzo ai tifosi è un piacere. Vorrei che si tornasse ad essere sampdoriani tutti i giorni dell’anno»..
Questionario . «Volevo capire questa disaffezione ai colori blucerchiati. Posso avere le mie idee, ma il confronto è utile per velocizzare processi che altrimenti avrebbero richiesto più tempo. Sogno una Samp che torna nei quartieri. Intanto riportiamo le scuole allo stadio».