Valentina Venturini, genovese, classe ’79, è una fondatrice, insieme alla collega Marina, del Zena F.C. Bomber di razza, anima della squadra, la Venturini è anche un’apprezzata opinionista televisiva a Telenord. Diverse le sue peculiarità. Piede fatato che, oltre a fare gol, disegna ottimi assist per le compagne. Capace di ricoprire ogni ruolo, anche quello del portiere, la squadra non può assolutamente fare a meno di lei. Sempre grintosa e pronta a spronare le compagne, spesso toglie le castagne dal fuoco col suo sinistro al fulmicotone.
Valentina, quando e come è iniziata la passione per il calcio?
“La passione è nata fin da bambina grazie a mio fratello, che ha tre anni più di me, e generalmente decideva che sport praticare. Ho iniziato in piazzetta, un po’ come tutti i ragazzi e le ragazze della nostra età. Ho cominciato con la pallavolo, in quanto il calcio era visto come uno sport principalmente maschile. Poi, verso i 36 anni, grazie a mia figlia che ha partecipato al torneo di calcio giovanile Ravano dedicato a Paolo Mantovani, che coinvolge i ragazzini delle scuole, ho conosciuto un gruppo di mamme che avevano una loro squadra e ho iniziato anche io a partecipare. Principalmente all’inizio facevamo solo amichevoli, poi abbiamo iniziato a partecipare ai tornei, alcuni a livello regionale e li abbiamo anche vinti. Così abbiamo deciso di iscriverci al campionato UISP a 7. Siamo poi passate al campionato AICS a 5, con lo Zena Fc, Abbiamo anche una pagina Facebook che racconta le nostre partite, gestita da Marina Toselli, una mia compagna di squadra, nonché amica, e da mio marito che si diverte a seguire le nostre partite”.
Come riesce a conciliare l’attività quotidiana: lavoro, famiglia e allenamenti?
“Sono principalmente mamma e moglie, però devo dire che è la passione che muove ogni cosa. Tante volte arrivi a casa alla sera stanca dal lavoro, con la pausa pranzo dedicata alla spesa, mia figlia che mi ripete la lezione della scuola, insomma le cose più disparate. Poi però guardo il borsone che è già pronto per la partita o l’allenamento e non c’è nulla che mi trattiene. Purtroppo, però, il calcio femminile è ancora uno sport di nicchia…”
Ultimamente anche a livello femminile, sia la nazionale italiana che i club stanno ottenendo risultati importanti. Può essere la spinta decisiva per arrivare al professionismo?
“Anche a Genova il movimento femminile sta crescendo, la Sampdoria sta disputando il campionato di serie A con ottimi risultati, anche il Genoa femminile è una bella realtà. Io sono un po’ arrabbiata, la strada intrapresa è giusta, ma siamo sempre alle solite, per noi donne il percorso è sempre più complesso e dobbiamo faticare il triplo. È uno sport e ognuno arriva allo spogliatoio come vuole, in quel momento si identifica la donna come una persona che pratica sport. Io ho giocato parecchi anni a pallavolo e adesso gioco a calcio, non ci vedo nulla di strano, ma è dura da far capire. Se avessi avuto la possibilità a 15 anni di entrare nella Sampdoria femminile, ci avrei giocato, eccome! Per quanto riguarda il professionismo femminile nel mondo del calcio, mi dà molta speranza la riconferma, come Presidente della Divisione Calcio Femminile di Ludovica Mantovani, rieletta ormai un anno fa. E’ una figura femminile secondo me importante, perché può portare qualità per il movimento e soprattutto certezza, trasparenza e passione. E da tifosa blucerchiata lo avverto maggiormente”.
Domenica la Sampdoria ha raccolto tre punti fondamentali a Venezia. Giampaolo ha fatto bene a modificare il suo modulo base, togliendo un attaccante e inserendo un trequartista come Sabiri, che al momento sembra l’uomo in più?
“Sono stata un’ottima profeta prima che iniziasse la partita. Mi auguravo che schierasse proprio Sabiri in appoggio a Caputo. A me il calciatore di nazionalità tedesca piace tantissimo, è un giocatore esuberante, è il tipo di giocatore che mancava alla Sampdoria, con una fame di risultati e voglia di mettersi in mostra, ha qualità, un ottimo tiro e tanta grinta”.
La Sampdoria si è dimostrata molto cinica, con Caputo che ha sfruttato due errori del portiere. Quando si è in lotta per salvarsi, bisogna mettere da parte il gioco e puntare soprattutto a raccogliere più punti possibili?
“Ci voleva una gara cinica e credo che questo approccio permetta anche a Caputo di mettersi in evidenza. Fondamentalmente ha sempre fatto gol di rapina. Molti dicono che il Venezia si è fatto due gol da solo, ma non è proprio cosi. Certo, il Venezia ha dimostrato che i punti in classifica sono colpa anche degli errori della sua difesa, però i gol della Sampdoria nascono anche da Sabiri, che ha fatto pressing sul portiere, nell’occasione dei due gol. All’inizio della stagione pensavo che Caputo fosse un fantasma da come stava giocando. Adesso invece la mia opinione è che anche il modulo di gioco utilizzato in precedenza non lo metteva in condizione di essere pericoloso. La differenza è palpabile, credo che un Caputo in questa posizione di campo ci possa davvero dare una mano a saltare fuori da questa situazione. Anche perché adesso conta segnare e portare a casa i punti. E’ vero che domenica la difesa della Samp è stata poco impegnata, però e anche vero che dietro siamo un po’ ballerini, credo che la difesa sia un po’ il nostro punto debole”.
Quanto sono decisivi i tre punti ottenuti col Venezia in chiave salvezza?
“Quelli raccolti a Venezia sono tre punti fondamentali in chiave salvezza. Non è ancora certa, però se vediamo il percorso del Venezia attuale, il Genoa ha si vinto col Torino ma è ancora distante, sono ottimista. A livello qualitativo, la squadra potrebbe anche ottenere anche di più, però il calendario non è semplice. Credo che ci siano le potenzialità per provare a superare Udinese e credo Empoli. Bisogna anche vedere nella mente dei ragazzi cosa è rimasto, credo che prima della partita col Venezia i calciatori fossero molto intimoriti. Speriamo che questa vittoria abbia un po’ liberato la mente dei ragazzi e del mister, perché secondo me, se la squadra gioca in scioltezza qualche posizione migliore la possiamo raggiungere. Quest’anno però è fondamentale portare la nave in porto, perché la situazione è davvero delicata. E questa situazione di difficoltà si respira molto anche a Genova città”.
Il presidente Lanna è riuscito a trasmettere ai calciatori cosa significa indossare una maglia prestigiosa come quella blucerchiata? Che futuro “vede”?
“Per me Lanna è una garanzia, è una persona squisita, però poi bisogna valutare anche la situazione finanziaria e mi auguro che riesca a portarci in salvo. Speriamo che arrivi qualcuno che possa arrivare a salvarci in tempo. Garrone ai suoi tempi promise che mai avrebbe fatto fallire la Sampdoria e mi auguro che mantenga questa promessa. Comunque siamo ancora in piedi”.
L’ha stupita la scelta di Giampaolo di rischierare tra i pali Audero a discapito di Falcone?
“Il mister mi ha stupito, perché pensavo che in una partita così importante Giampaolo non avrebbe cambiato portiere, che è un ruolo molto delicato. Però non dobbiamo dimenticarci che Audero è il portiere titolare. Falcone a me è piaciuto tanto, è un prodotto del settore giovanile della Samp, ha fatto un grande campionato col Cosenza in serie B. A mio parere, Falcone mi dà più sicurezza, però nelle poche volte che Audero è stato impegnato, l’ho visto molto attento e sicuramente non era facile nemmeno per lui, che ritornava dopo alcune partite. Il ruolo è molto delicato e in questo momento la Sampdoria ha due ottimi portieri, e per squadre in lotta per la salvezza non è cosi scontato. Non mi meraviglierei se Audero a fine stagione venisse sacrificato e la società puntasse su Falcone, per il prossimo campionato”.
Quali sono i calciatori che fino a questo punto della stagione l’hanno sorpresa in positivo e invece quelli che hanno fornito un rendimento al di sotto delle aspettative?
“Non parlerei di flop, in quanto secondo me la situazione societaria ha inciso molto sulla testa dei calciatori. Poi dipende anche dal carattere dei singoli ragazzi, da come ognuno di loro ha assorbito questa situazione. Quindi credo che parlare di flop sia un po’ ingeneroso. Tra i più positivi, dico che Candreva nella prima parte di stagione è stato straordinario, molti punti che la Sampdoria ha in classifica sono merito suo, ha alzato di molto la qualità della squadra. Falcone stesso si è fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa. In diverse occasioni si è rivelato decisivo. Tra i nuovi, senza dubbio Sabiri ha avuto un impatto decisivo, come ho detto prima ha qualcosa che alla Samp mancava. Invece quest’anno non mi è piaciuto Augello, che l’anno scorso con Ranieri aveva fatto un ottimo campionato, mentre sotto la gestione D’Aversa, Ekdal, che solitamente è sempre stato il faro del nostro centrocampo mi ha un po’ deluso, però probabilmente ha pagato anche i problemi fisici che ha avuto nel corso della stagione. Da Sensi invece qualcosa di più mi sarei aspettata, nella prima partita col Sassuolo ha illuminato il gioco, ha senza dubbio qualità, poi sicuramente anche lui ha pagato i problemi di salute che si trascina dietro da tempo, però ha ancora 8 partite per smentirmi e spero che lo faccia”.
Dulcis in fundo, per la trasferta a Venezia la Sampdoria ha avuto al seguito oltre 1000 tifosi. La Gradinata Sud si è rivelata essere il 12° uomo in vista della volata salvezza?
“I tifosi blucerchiati sono sempre stati l’arma in più, anche dalla struttura stessa del “Ferraris”. Essendo uno stadio all’inglese, sono molto vicini al campo, sono una tifoseria molto colorata, comunque anche molto amata, infatti non abbiamo grandi contrasti con altre tifoserie d’Italia. Io ho sempre fatto trasferte in serenità senza particolari problemi con le altre tifoserie. Quella della Sampdoria è sempre stata una tifoseria molto presene in ogni categoria. Quest’anno credo che la squadra abbia un po’ pagato anche il fatto che i gruppi organizzati non sono entrati allo stadio, in quanto la capienza dello stadio era stata ridotta causa covid. La Gradinata Sud ti spinge, ha sempre sostenuto la squadra, basti vedere anche domenica a Venezia come i tifosi hanno dipinto la curva di blucerchiato. Mi auguro che con la Roma, quando si tornerà al 100% della capienza, il pubblico possa fare la sua parte. Sembra davvero che certe volte spingano la palla in porta, col loro sostegno”.